La potatura è un’operazione molto seria che svolge un ruolo fondamentale nella corretta gestione degli alberi. E’ un’arte a tutti gli effetti che implica un fattore molto importante: l’osservazione e lo studio dell’albero in tutte le sue particolarità. Per molte amministrazioni pubbliche e per tanti privati cittadini la cura delle alberature diventa spesso un problema insormontabile o addirittura motivo di ansia e di stress. Sono troppi poi i “giardinieri della domenica” che si improvvisano potatori causando danni per migliaia di euro su alberi di pregio e peggiorando sempre di più il settore del giardinaggio e dell’arboricoltura. Una mentalità estremamente difficile da combattere è quella che vuole l’albero drasticamente potato, cambiato nei suoi connotati, seguendo la logica della “messa in sicurezza”. In realtà, quando si sente questo termine applicato agli alberi c’è da preoccuparsi; si mette in sicurezza una casa, un palazzo o un ponte che sono cose statiche create con materiale inerte. Per gli alberi, che sono esseri viventi, bisognerebbe avere un approccio molto meno drastico e più di rispetto, smettendola di vederli sempre come oggetti di arredo urbano. Gli alberi, lo ricordiamo ancora una volta, sono dei formidabili alleati nella lotta all’inquinamento, sono produttori di ossigeno e sono fissatori della CO2.
Gli alberi si potano nel periodo di riposo vegetativo che va dal mese di novembre alla prima metà di marzo. Poi nel periodo estivo tra metà luglio e metà settembre si effettua la “potatura verde” che è un intervento mirato di miglioramento delle piante che prevede eliminazione di polloni o di parti della pianta cresciute disordinatamente nel periodo primaverile. Questo intervento si effettua nel periodo di riposo vegetativo estivo in cui le piante arrestano o rallentano la crescita. Diversamente, potare gli alberi quando sono in fioritura o in crescita vegetativa provoca seri danni derivanti dalla diminuzione di fotosintesi clorofilliana diventando molto più vulnerabili all’assalto di parassiti o malattie fungine. Gli unici interventi da fare in primavera-estate sono dedicati alla eliminazione di rami morti o malati e alla asportazione di succhioni e polloni. I periodi dell’anno in cui è bisogna evitare qualsiasi intervento di potatura sono i seguenti: la primavera e l’inizio dell’autunno. Nella primavera l’albero è tutto impegnato nella produzione di nuova vegetazione, le nuove gemme si aprono e c’è la formazione di nuovi organi che vanno a completare e migliorare la struttura architettonica dell’albero. All’inizio dell’autunno, nel periodo precedente alla caduta delle foglie, l’albero è impegnato a immagazzinare sostanze di riserva per prepararsi alla ripresa vegetativa della primavera successiva e sono in corso i processi di lignificazione, già a partire dalla piena estate, dei nuovi organi sviluppatisi in primavera e inizio estate. Molte amministrazioni pubbliche potano per esempio in piena primavera e questo provoca una difficile chiusura delle ferite da taglio che rischiano di diventare pericolosi vei- coli di malattie degenerative.
Secondo la moderna arboricoltura gli alberi non devono mai essere drasticamente potati, ma anzi bisogna rispettarne scrupolosamente la forma e le dimensioni per evitare danni biologici. La potatura, nel suo significato più alto, dovrebbe migliorare l’aspetto della pianta e il suo stato di salute. Secondo le ultime ricerche scientifiche la miglior potatura è quella che non si vede, che si adegua alla struttura dell’albero, che tende ad alleggerire il superfluo, eliminando il secco e i rami rovinati, rinforzando le ramificazioni e permettendo il passaggio della luce in ogni punto della chioma. Per non provocare danni all’albero bisognerebbe eliminare appena il 20 percento della chioma, soprattutto nel caso di alberi monumentali, filari storici e esemplari di pregio storico e paesaggistico. Inoltre, tagli superiori a 5-10 cm in alberi giovani e di oltre 20 cm negli alberi adulti non creano il callo di cicatrizzazione molto male. Toscana alberi esegue le potature tramite il Tree Climbing che permette di operare in maniera approfondita all’interno della chioma dell’esemplare senza essere invadenti e nel rispetto dell’albero . I classici cestelli, particolarmente ingombranti, in molti casi non permettono un lavoro dettagliato e, soprattutto per i grandi alberi, possono essere usati solo per interventi sulle aree periferiche della chioma.